Il primo riguarda il passaggio dal mondo della cucina a quello del bagno. Ponte Giulio nasce dall’evoluzione di due aziende che l’hanno preceduta, sempre fondate da mio padre: la Lamil e poi la Lail, il cui settore commerciale principale era quello dei mobili per cucina e per bagno. Quando, il sei luglio del 1973, nacque la Ponte Giulio circa l'80% del volume di vendita dell’azienda di allora era destinato alla produzione di sotto-lavelli, pensili, mobili per la lavanderia. Il rimanente 20% riguardava la produzione di pareti attrezzate per bagno, destinate alla cantieristica industrializzata. Poi dalla cantieristica siamo passati agli hotel, con le cellule bagno che consentivano di essere installate con limitate opere edili. Dopo ci siamo concentrati sulla disabilità e abbiamo anticipato il concetto di terza e quarta età, creando prodotti di design sicuri. Siamo stati tra i primi a scegliere di realizzare sanitari e piatti doccia totalmente personalizzabili, grazie alla pietra acrilica. Progressivamente ci siamo affermati sui mercati esteri, anche oltreoceano, dove oggi abbiamo una sede operativa. Negli ultimi anni abbiamo sposato il progetto Industria 4.0, automatizzando alcuni impianti, ma lasciando sempre l’uomo al centro, perché noi realizziamo prodotti che, pur essendo industriali, non perderanno mai quell’artigianalità tipica della migliore tradizione del Made in Italy. Credo che questo dimostri come ci siano stati importanti "passaggi" che ci hanno portato, oggi, ad essere un’azienda leader nel nostro settore. Questo lo devo alla mia famiglia, ma anche ai miei collaboratori.
Come in tutti gli ambiti, anche l’arredo bagno è stato al centro di processi di innovazione e modernizzazione. Ormai la stanza da bagno è un vero e proprio ambiente della casa, delle strutture ricettive e degli spazi pubblici quindi, come tale, è sottoposto a migliorie continue. Negli ultimi 50 anni l’arredo bagno è stato rivisitato a fondo: si è cercato di creare oggetti più facili da utilizzare, superare il concetto di “spazio di scopo” in favore di un ambiente bello, grande e vivibile, ridisegnando e modernizzando accessori, rubinetteria, corredi. Ma la rivoluzione più grande, a mio parere, è stata il superamento del concetto di abbattimento delle barriere architettoniche a beneficio dell’inclusività. Oggi chi deve realizzare un bagno non si concentra solo sul design d’arredo, ma va in cerca di soluzioni che garantiscano sicurezza e funzionalità.
È difficile distinguere, per me, la mia vita famigliare da quella aziendale: si tratta di un tutt’uno che ha alimentato l'una e l'altra. Tra i ricordi indelebili i viaggi di lavoro con mio padree le cene aziendali, in occasione degli auguri di Natale. Non potrò, mai, dimenticare le grandi dimostrazioni d’affetto delle maestranze verso la mia famiglia, durante la pandemia e le esperienze dirette che ci hanno toccato. Questo unito al grande lavoro svolto tutti assieme, ai sacrifici, agli investimenti umani, personali e professionali, alle scommesse, ai bei momenti trascorsi con i dipendenti mi fa dire che Ponte Giulio è, in qualche modo, anch’essa la mia famiglia.
La società in cui viviamo sta rapidamente invecchiando: un processo che porta le persone ad andare in cerca di ambienti che siano comodi, funzionali e sicuri. Questo vale sia nelle abitazioni private, come nelle sedi destinate alla ospitalità e alle case di riposo. Quindi la sfida più grande, per la nostra azienda, sarà quella di trovare nuovi spazi ed ambiti di mercato, nella terza età, ed avere la capacità di evolvere e modificare, a seconda delle esigenze che si verranno a creare nella clientela, le nostre strategie competitive. Prendersi cura di chi utilizza un prodotto significa plasmarlo alle esigenze dell’utente, migliorarlo sempre, renderlo bello, unico ed accattivante. Dunque noi dovremmo continuare costantemente ad innovare i prodotti, restando sempre al passo di aziende emergenti, non solo italiane, ma anche internazionali. Questo non può prescindere da nuovi investimenti in risorse umane, il valore aggiunto principale di qualsiasi azienda, e in know-how, ampliando quello acquisito negli anni. Infine, dovremo stringere relazioni sempre più proficue con progettisti italiani ed esteri ed avere la forza di e rimanere flessibili, adattandoci ai nuovi scenari distributivi. Solo così potremo continuare a scrivere un pezzo di storia dell’arredo bagno nazionale ed internazionale, come abbiamo fatto in questi 50 anni… E allora tanti auguri a noi!