Speciale Cinquantenario
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Un’azienda che per me è famiglia e vita
Così Enrico Carloni, amministratore delegato della Ponte Giulio, in occasione dei 50 anni dell’impresa
Enrico Carloni

“Sono emozionato ed al contempo molto felice di celebrare, il prossimo sei luglio, i 50 Anni della Ponte Giulio. Unico grande dispiacere di non poterlo fare con mio padre Emidio: senza di lui quest’azienda, oggi, forse non ci sarebbe o non sarebbe quella che è”.

Con queste parole l’amministratore delegato Enrico Carloni si appresta a spegnere cinquanta candeline per il compleanno della sua azienda, nata nel 1973 quando suo padre scelse di trasformare il negozio artigiano, dove venivano progettati e realizzati sottolavelli in lamiera e mobili in legno, in una industria: acquistò un terreno, in località Ponte Giulio ad Orvieto e decise di produrre mobili destinati all'edilizia industrializzata. Negli anni ottanta Ponte Giulio cominciò a progettare e creare cellule bagno per strutture ricettive, alberghi e collettività e, sul finire del decennio, quando l’applicazione del DPR sull’abbattimento delle barrire divenne effettiva, la famiglia Carloni decise di ampliare il core business aziendale, includendo bagni per disabili e anziani e sistemi bagno sicuri per l'infanzia e per l’hotel. Nel novembre del 2018, con l’ingresso di Edoardo Carloni, l’azienda ha vissuto l’emozione della presenza contemporanea di tre generazioni di imprenditori - Emidio, Enrico ed Edoardo -. Purtroppo agli inizi della pandemia Covid questo momento magico si è interrotto, con la morte del socio fondatore Emidio Carloni. Tanti sono stati i cambiamenti, i tempi belli, quelli difficili, le scelte, gli investimenti di questi cinquanta anni. Anni contraddistinti da lavoro svolto con passione e professionalità e dalla volontà di contribuire a cambiare il concetto di ambiente bagno, superando l’abbattimento delle barriere architettoniche e puntando alla progettazione del bagno inclusivo.
Una storia che è passato ed è futuro, della quale parliamo ora con chi l’ha vissuta in prima persona, Enrico Carloni.

Quali sono stati, in questi 50 anni, gli step più importanti che ha vissuto Ponte Giulio?

Il primo riguarda il passaggio dal mondo della cucina a quello del bagno. Ponte Giulio nasce dall’evoluzione di due aziende che l’hanno preceduta, sempre fondate da mio padre: la Lamil e poi la Lail, il cui settore commerciale principale era quello dei mobili per cucina e per bagno. Quando, il sei luglio del 1973, nacque la Ponte Giulio circa l'80% del volume di vendita dell’azienda di allora era destinato alla produzione di sotto-lavelli, pensili, mobili per la lavanderia. Il rimanente 20% riguardava la produzione di pareti attrezzate per bagno, destinate alla cantieristica industrializzata. Poi dalla cantieristica siamo passati agli hotel, con le cellule bagno che consentivano di essere installate con limitate opere edili. Dopo ci siamo concentrati sulla disabilità e abbiamo anticipato il concetto di terza e quarta età, creando prodotti di design sicuri. Siamo stati tra i primi a scegliere di realizzare sanitari e piatti doccia totalmente personalizzabili, grazie alla pietra acrilica. Progressivamente ci siamo affermati sui mercati esteri, anche oltreoceano, dove oggi abbiamo una sede operativa. Negli ultimi anni abbiamo sposato il progetto Industria 4.0, automatizzando alcuni impianti, ma lasciando sempre l’uomo al centro, perché noi realizziamo prodotti che, pur essendo industriali, non perderanno mai quell’artigianalità tipica della migliore tradizione del Made in Italy. Credo che questo dimostri come ci siano stati importanti "passaggi" che ci hanno portato, oggi, ad essere un’azienda leader nel nostro settore. Questo lo devo alla mia famiglia, ma anche ai miei collaboratori.

Come e quanto è cambiato il settore bagno in questi anni?

Come in tutti gli ambiti, anche l’arredo bagno è stato al centro di processi di innovazione e modernizzazione. Ormai la stanza da bagno è un vero e proprio ambiente della casa, delle strutture ricettive e degli spazi pubblici quindi, come tale, è sottoposto a migliorie continue. Negli ultimi 50 anni l’arredo bagno è stato rivisitato a fondo: si è cercato di creare oggetti più facili da utilizzare, superare il concetto di “spazio di scopo” in favore di un ambiente bello, grande e vivibile, ridisegnando e modernizzando accessori, rubinetteria, corredi. Ma la rivoluzione più grande, a mio parere, è stata il superamento del concetto di abbattimento delle barriere architettoniche a beneficio dell’inclusività. Oggi chi deve realizzare un bagno non si concentra solo sul design d’arredo, ma va in cerca di soluzioni che garantiscano sicurezza e funzionalità.

La vostra azienda è un pezzo di storia anche della vostra famiglia. Quali sono i ricordi più belli che hai della “vita familiare alla Ponte Giulio”?

È difficile distinguere, per me, la mia vita famigliare da quella aziendale: si tratta di un tutt’uno che ha alimentato l'una e l'altra. Tra i ricordi indelebili i viaggi di lavoro con mio padree le cene aziendali, in occasione degli auguri di Natale. Non potrò, mai, dimenticare le grandi dimostrazioni d’affetto delle maestranze verso la mia famiglia, durante la pandemia e le esperienze dirette che ci hanno toccato. Questo unito al grande lavoro svolto tutti assieme, ai sacrifici, agli investimenti umani, personali e professionali, alle scommesse, ai bei momenti trascorsi con i dipendenti mi fa dire che Ponte Giulio è, in qualche modo, anch’essa la mia famiglia.

Quali credi siano le sfide principali che vivrà l’azienda nel prossimo futuro?

La società in cui viviamo sta rapidamente invecchiando: un processo che porta le persone ad andare in cerca di ambienti che siano comodi, funzionali e sicuri. Questo vale sia nelle abitazioni private, come nelle sedi destinate alla ospitalità e alle case di riposo. Quindi la sfida più grande, per la nostra azienda, sarà quella di trovare nuovi spazi ed ambiti di mercato, nella terza età, ed avere la capacità di evolvere e modificare, a seconda delle esigenze che si verranno a creare nella clientela, le nostre strategie competitive. Prendersi cura di chi utilizza un prodotto significa plasmarlo alle esigenze dell’utente, migliorarlo sempre, renderlo bello, unico ed accattivante. Dunque noi dovremmo continuare costantemente ad innovare i prodotti, restando sempre al passo di aziende emergenti, non solo italiane, ma anche internazionali. Questo non può prescindere da nuovi investimenti in risorse umane, il valore aggiunto principale di qualsiasi azienda, e in know-how, ampliando quello acquisito negli anni. Infine, dovremo stringere relazioni sempre più proficue con progettisti italiani ed esteri ed avere la forza di e rimanere flessibili, adattandoci ai nuovi scenari distributivi. Solo così potremo continuare a scrivere un pezzo di storia dell’arredo bagno nazionale ed internazionale, come abbiamo fatto in questi 50 anni… E allora tanti auguri a noi!