“Varcare la soglia della Ponte Giulio fu, per me, un caso: fui accolto dal responsabile dell’amministrazione il quale mi presentò a Emidio Carloni. Non so spiegarlo, ma si accese subito tra noi un feeling straordinario: restai nel suo ufficio un arco di tempo notevole, senza nemmeno accorgermi. Dopo le presentazioni di routine parlammo di tanti argomenti, pochi di lavoro in verità, ed alla fine mi disse che avrebbe parlato di me con il figlio Enrico.Per me quell’incontro si era chiuso quel pomeriggio, invece, dopo circa una settimana, con grande sorpresa, mi richiamarono chiedendomi di presentarmi per un colloquio”.
Essere assunto alla Ponte Giulio è stata un’occasione di crescita per me, sia personale che professionale. Ha costituito una svolta di vita anche “coraggiosa”, in quanto questa scelta mi ha fatto dire addio al settore dell’elettronica, nel quale ho operato per oltre 20 anni. Ponte Giulio era un ambiente del tutto nuovo, nel quale, però, mi sono sentito subito a mio agio.
Esattamente. Non ero in cerca di lavoro, è stato segno del destino! Durante la pausa pranzo dell’azienda dove lavoravo, con un collega ci siamo trovati a passare davanti alla Ponte Giulio, di cui fino a quel momento ignoravamo l’esistenza. La curiosità fu tale che, il giorno successivo, mi presentai presso gli uffici dell’azienda, per scoprire cosa si producesse dentro quelle mura. La mia collaborazione è cominciata un giorno di ottobre del lontano 1992 e si è chiusa nel 2016.
Assolutamente si, lo sviluppo e il successo dell’azienda ne è la prova.
Cuore. Quest’azienda ha saputo coniugare gli interessi della propria attività, alla produzione di prodotti, “etici”, che si ponevano come obiettivo quello di allievare i disagi di persone con disabilità fisica. Cuore che ha messo anche nel rapporto con i suoi dipendenti: un legame che si è sempre basato su rispetto e fiducia.
Ponte Giulio rappresenta un passato importante della mia vita, dove ho costruito relazioni significative tanto che, ancora oggi, colgo spesso l’occasione di fare visita ad Enrico e passare a salutare tutti gli ex colleghi. Potrei descrivere una miriade di fatti che mantengono vivo il ricordo della signora Jolanda, cui sono stato molto affezionato e del signor Emidio con cui ho trascorso tante ore, gomito a gomito, dentro e fuori l’azienda e con cui ho fatto esperienze che hanno contribuito ad arricchire il mio patrimonio sia professionale che personale.