Nel 2030 saranno cinque milioni gli anziani disabili da assistere. Nel 2050 saranno sessantatré gli anziani da sostenere ogni 100 lavoratori (oggi sono trentacinque). Gli "over 65" raggiungeranno i 20 milioni, di cui 4 milioni saranno ultra 85enni. A rivelarlo le proiezioni sociodemografiche e sanitario-assistenziali al 2030 e al 2050, elaborate dall'Istat per Italia Longeva - Rete nazionale sull'invecchiamento e la longevità attiva.
Considerando un simile futuro preoccupa ancora di più quanto emerso dall'Indagine conoscitiva sui percorsi ospedalieri per le persone con disabilità (realizzata dalla ONLUS Spes contra spem, in partenariato con l'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in collaborazione con la Fondazione Ariel e con il contributo di Fondazione Umana Mente del Gruppo Allianz) che annunciava che, nel 2016, in Italia, quasi due strutture sanitarie su tre non avevano un percorso prioritario per i pazienti anziani e con disabilità.
Uno degli ambienti che sicuramente, prima di altri, non dovrebbe presentare barriere sia negli ospedali sia nelle case di cura o in strutture sanitarie è il bagno che non solo deve consentire un rapido accesso ai sanitari, ma deve permettere facilità di lavaggio e cura a chi assiste.
Gli ausili in tal senso ricoprono un ruolo centrale: essi, infatti, permettono una maggiore autonomia del paziente nello spostamento sul sanitario o nel movimento all'interno della doccia o nella zona lavabo, agevolando anche chi assiste. Le maniglie, secondo la normativa, devono essere installate in posizione verticale a un'altezza compresa tra 600 e 1200 millimetri dal pavimento, sul muro adiacente al principale punto d'ingresso o di uscita. Per le docce, la maniglia va messa a 150 millimetri di distanza dalla porta del box, e 150 millimetri dalla parete di fondo o dall'angolo. Accanto al lavabo in posizione orizzontale a circa 800 millimetri dal pavimento deve esserci una maniglia di 500 millimetri o in alternativa una da 800 millimetri in posizione verticale posta a 850 millimetri dal pavimento.
I vasi sanitari e i bidet devono essere, preferibilmente, di tipo sospeso, in particolare l'asse mediano del vaso sanitario o del bidet deve esser posto a una distanza minima di quaranta centimetri dalla parete laterale, il bordo anteriore a 75/80 centimetri dalla parete posteriore e il piano superiore a 45/50 centimetri dal calpestio. Qualora l'asse del vaso sanitario o del bidet sia distante più di quaranta centimetri dalla parete, si deve prevedere, a quaranta centimetri dall'asse dell'apparecchio sanitario un maniglione o corrimano per consentire il trasferimento. I sanitari devono avere un'altezza di quarantacinque centimetri per agevolare il passaggio dalla carrozzina, generalmente alta quarantasei centimetri. Il bagno deve presentare lo spazio necessario per l'accostamento laterale della sedia a ruote alla tazza e al bidet. In area lavabo i lavandini devono avere il piano superiore posto a ottanta centimetri dal calpestio e deve essere sempre senza colonna con sifone preferibilmente del tipo accostato o incassato a parete. Necessaria, anche, l'installazione di un articolo che consenta l'appoggio dei gomiti e l'avvicinamento con la carrozzina, oltre all'inserimento di accessori come la doccetta accanto al wc, porta sapone e porta asciugamani a massimo 100 centimetri e di una seduta nella zona doccia. Dove possibile, poi, sarebbe opportuno dotare l'ambiente di un piatto doccia a "filo" pavimento per consentire l'accesso nel vano con la carrozzina e di un campanello all'interno della doccia o vicino al sanitario. Infine si devono prediligere rubinetti con manovra a leva e porte scorrevoli o che aprono verso l'esterno.
Ma sicurezza vuol dire anche antibattericità: gli ospedali si dovrebbero dotare anche di bagni realizzati con materiali antibatterici. Una vera e propria sfida per gli operatori sanitari. Il problema viene spesso affrontato con una combinazione di strategie di prevenzione delle infezioni e di controllo, tra cui l'igiene delle mani, la pulizia, la formazione e l'adozione di nuove tecnologie. A questo scopo, una vasta gamma di soluzioni è già disponibile sul mercato, includendo la tecnologia antimicrobica. Ne è un esempio quella che utilizza l'argento, un ottimo agente antimicrobico grazie alla sua elevata efficacia contro un'ampia gamma di microrganismi, pericolosi dal punto di vista clinico.
Tutto questo per affermare come la vera sfida del futuro sia la cura di persone non autosufficienti e anziane. In ambiti come ospedali e R.S.A., questo dovrà avvenire non solo utilizzando personale qualificato e una metodologia di lavoro corretta, ma anche impiegando strumenti adeguati e garantendo accessibilità. Lo ricorda anche l'articolo 3 della nostra Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".