“Non si pensi – chiarisce Muzi – che sia sufficiente impostare il lavoro: pur essendo un sistema automatizzato la presenza umana è essenziale. Dopo aver immesso l’ordine, occorre fare dei controlli preliminari quindi lanciare la produzione. Va tutto costantemente monitorato”.
“Per questo abbiamo fatto i corsi – sottolinea Magistrato. I robot tagliano, lucidano e piegano, ma il nostro contributo è essenziale: innanzitutto dobbiamo caricare il fascio di tubi, quando arriva dal fornitore; dopo dobbiamo introdurre una serie di codici per tagliare e forare e per pre-lucidare o pre-satinare i prodotti. Vengono inviati al computer altri codici per piegare e, se necessario, si procede con il 5 assi, un impianto laser che li rifila. Come intuite e come ha detto Francesco la presenza umana è importantissima”.
“Il processo – puntualizza Muzi – prosegue con l’eventuale inserimento di inserti, con la lucidatura o satinatura finale e poi con l’imballaggio. Ma non per tutti gli articoli si seguono le stesse fasi, per questo è essenziale la nostra supervisione e per gestire degli automatismi che consentiranno di operare ai massimi livelli tecnologici e di qualità del lavoro. Non è un’attività ripetitiva, anzi è molto interessante. Stiamo affinando tutte le sfaccettature di lavorazione, in modo da ottenere un’offerta che sia la più riuscita espressione delle potenzialità del Made in Italy”.
“Ringraziamo Ponte Giulio – concludono Muzi e Magistrato - per aver creduto in noi ed averci dato questa grande opportunità di crescita e di avanzamento professionale. L’azienda, da sempre, investe in modernizzazione degli impianti e nell’ottimizzazione del lavoro e, di conseguenza, della qualità del prodotto. Questo nuovo impianto ne è la dimostrazione…”.
“Quando ci si ferma si cessa di essere moderni. È come un fiume che non è più tale se cessa di scorrere, o il vento che non è più vento se cessa di soffiare. Modernizzare o modernizzarsi, significa cambiare continuamente, cioè non accettare le cose così come sono e cambiarle”.