Interior

24/05/2021 - Paola Staiano

Il Design for All …un processo senza fine!

Pioniera la città di Auckland in Nuova Zelanda con esempi di architettura universale privata e pubblica

Quando entriamo in contatto con le persone, sia in un contesto professionale che nelle nostre vite private, è inevitabile che ad un certo punto la discussione verta sul Design for All. Il più delle volte, le persone sono molto entusiaste riguardo all'importanza di promuovere l'idea di una società inclusiva, ma quando si tratta di “tradurre l'entusiasmo in azione concreta” ci si accorge che siamo molto lontani dalla comprensione comune del significato di Progettazione Universale.

Universale ossia per tutti. È questo il significato di Universal Design, progettazione accessibile. Un concetto all’apparenza semplice, ma in realtà molto profondo e complesso. In primo luogo, si pone come un tipo di progettazione volto a rompere alcune barriere mentali che, a nostra insaputa, condizionano la visione degli spazi: non si tratta solo di considerare le disabilità fisiche, ma di creare strutture realmente per tutti. Rendere un ambiente universale significa renderlo confortevole, sicuro, e migliore, da un punto di vista qualitativo, per tutti i potenziali utilizzatori.

I principi base del Design for All sono stati elaborati nel 1997 da un gruppo di lavoro formato da progettisti e architetti e si basa su 7 punti portanti: uso equo, quindi non discriminatorio, uso flessibile, percettibilità delle informazioni, uso intuitivo, concezione che mira al contenimento dello sforzo fisico, presenza di spazi di avvicinamento (tipo, buona possibilità visiva generale), tolleranza dell’errore per minimizzare i rischi.

L’obiettivo di molte aziende e professionisti del progetto è disegnare nuovi scenari di architettura che mettano realmente al centro le persone e le loro esigenze, concretizzando la visione di un futuro in cui ambienti, edifici e città siano facilmente fruibili e qualitativamente superiori per tutti, indipendentemente dall’età, dal sesso, dal background culturale e dalle capacità fisiche e sensoriali di ognuno.

In questo senso, pioneristico è l’atteggiamento della città di Auckland, che ha rilasciato un manuale di design per l’intera città, cercando di mettere le persone “at the centre of urban design”, attraverso uno strumento utile per tutti i progettisti.

“La nostra città sta crescendo ed ha bisogno di essere funzionante per tutti, nei differenti periodi di vita, che abbiano impedimenti alla mobilità, cognitivi o che non li abbiano. Vogliamo rendere Auckland accogliente, inclusiva e user-friendly per tutti noi”.

consulta l'Aukland Design Manual per maggiori informazioni

Edificio Universal design

Una visione comprensiva, a 360 gradi, che comprende spazi pubblici, privati, comuni, sportivi, di gioco e residenziali, e che si configura come massima espressione dell’intelligenza progettuale.

Ci sarà sempre spazio per migliorare e, poiché le aspettative delle persone evolvono costantemente, il Design for All deve essere considerato come un processo senza fine, dove gli unici limiti alla creatività e all’ingegno sono la mancanza di un'azione concertata e di conoscenza.


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