Interior

12/06/2023 - Tieffe

La “matita” che ha reso materia il concetto dell’inclusività

Over, per i 50 anni di Ponte Giulio, ha incontrato Ambrogio Rossari, importante designer italiano

Riuscire con il proprio ingegno a cambiare il volto di molti oggetti che sono parti di case, strutture ricettive e ambienti pubblici. E farlo con grande maestria, unendo al design funzionalità. Questo è Ambrogio Rossari, importante designer italiano che ha realizzato prodotti unici e di grande utilità per le principali aziende italiane, tra cui Ponte Giulio,per la quale ha creato due collezioni che comprendono vasi, bidet e lavabi.Partendo dalla “forma” Rossari arriva alla sostanza delle cose: le sue creazioni pur essendo eccellenti, in termini estetici, non perdono mai il senso della ragione per cui sono state realizzate, con un risultato che coniuga bellezza a utilità, sicurezza a stile, innovazione a tradizione.
I suoi prodotti sono stati più volte selezionati per il Compasso d’Oro ADI ed hanno scritto la storia del design d’interni italiano.

Over lo ha incontrato per meglio comprendere, insieme, quali saranno le tendenze e le soluzioni che si imporranno sul design del futuro e come saprà l’architettura d’interni aprirsi al terzo millennio, portando con sé la miglior tradizione artistica e architettonica degli ultimi cinquanta anni. Cinquanta anni che, in qualche modo ha condiviso anche con Ponte Giulio.

Una vita nel design che ormai la identifica con il design a cavallo di due millenni. Avrebbe mai creduto, quando ha iniziato con la Pozzi che sarebbe stato solo l’inizio di un lungo e luminoso cammino?

Ho cominciato per caso. Ero appena diplomato dal Corso Superiore di Disegno Industriale di Venezia e stavo facendo il militare quando un mio lontano cugino mi chiamò per chiedermi se avevo voglia di disegnare una serie di sanitari per Pozzi. Da bravo studente sapevo poco di processi produttivi e ancora meno di porcellana, per cui mi recai allo stabilimento di Gattinara dove capii quanto complicato era produrre una serie di sanitari. Feci allora una serie di modellini in plastilina e li proposi, venne scelto il progetto che si chiamò Serie Piemonte e da cui scaturì, qualche anno dopo, la Serie Piemontesina che era più contenuta e più economica. Fu, per entrambe, un grande successo e da lì poi molta parte del lavoro si è sviluppata nell’area bagno.

Lei ha disegnato diversi tipi di oggetti, da allaccia tovaglioli a porta spazzolini, da lavabo a teiere. Qual è stata la creazione di cui va più fiero e quella che, invece, ha avuto ed avrà sempre un significato molto speciale per lei?

I progetti sono tutti figli propri e di ognuno ce ne si innamora e li si accompagna fino a quando diventano grandi. I progetti di cui vado più fiero però sono quelli non sono andati in produzione e che sono rimasti nel cassetto.

Come vede il design del prossimo futuro?

Il design, da quando ho cominciato questa meravigliosa professione, è molto cambiato. Adesso è una disciplina complessa e variegata, che si interfaccia con tutte le attività umane. Non solo prodotti, ma anche servizi: il design per il sociale, la sostenibilità, il design di sistemi, il design per la persona, il food design, la mobilità ed il design per il lavoro. Il designer è diventato un coordinatore dei vari saperi e delle varie conoscenze. Io però credo ancora nel foglio bianco e nella matita, come motore del progetto: è lì che nasce tutto.

I suoi prodotti sono innovativi, ma molti di essi hanno uno stile retrò. Come riesce ad avere tutto questo appeal, anche sulle nuove generazioni, il design del recente passato?

Nel design, così come nella vita bisogna sempre tenere conto delle proprie radici e partire da quelle. L’innovazione troppo spinta molte volte spaventa l’utente finale, quindi ho sempre cercato di innovare e migliorare i progetti nel solco della tradizione.

Lei conosce Ponte Giulio da molto tempo: crede abbia contribuito a scrivere un nuovo capitolo dell’arredo bagno?

Ponte Giulio ha certamente fatto la storia dell’arredo bagno, specialmente in un settore trascurato quale era quello della terza età, creando una serie di prodotti adatti alle persone con disabilità parziale o temporanea.

Ci può raccontare come è iniziata la sua collaborazione con Ponte Giulio e come sono nati gli oggetti d’arredo bagno che ha creato per essa e che hanno saputo “materializzare” il concetto di inclusività?

Ho iniziato con Ponte Giulio per caso. Mi sono trovato, un giorno con Emidio Carloni, titolare allora della Ponte Giulio, che mi fece visitare l’azienda. Trovai, in essa, potenzialità che non conoscevo. Con Emidio si creò subito quel “feeling” che ci deve sempre essere tra un progettista e il committente. Questo “feeling” è poi continuato con il figlio Enrico. Nacque allora la linea Rossari, che ha portato in Ponte Giulio innovazione e inclusività. Poi insieme abbiamo sviluppato tutta una serie di progetti in porcellana ed altri materiali.

Vuole rivolgere un augurio all’azienda per i suoi 50 anni?

Auguro a Ponte Giulio altri 50 e più anni di successi e innovazioni.

Il designer Ambrogio Rossari
Biografia
Ambrogio Rossari, nasce nel 1943 a Salò. Si diploma nel 1966 al Corso Superiore di Design Industriale di Venezia. Tra i suoi primi progetti c’è la serie Piemonte della Pozzi. Nel 1970 ottiene un Master in Product Design presso l’Institute of Design dell’IIT di Chicago. Tornato in Italia lavora presso lo Studio Bonetto. Nel 1971 inizia la sua attività in proprio e nel 1983 fonda lo studio Rossari & Associati. Disegna per numerose aziende italiane e estere, tra le quali Accornero, Appiani, Bilumen, Carrara & Matta, Cesame, Colombo Design, Dado Ceramica, Duratex, Duker, Eschenbach, Erre.Ci.Gi., Fastigi, F.lli Guzzini, F.lli Frattini, Gedy, Ikea, Inda, Lave Bath, Olivari, OMS, Philips, Pozzi, Industrie Pirelli, Rapsel, Saniplast, Technova, Tropical e Vorberg. I suoi prodotti sono stati più volte selezionati per il Compasso d’Oro ADI: nel 1987, per la serie “System” della Cesame, nel 1989 per il menage da tavola “Particolari” della F.lli Guzzini, nel 1991 per l’allacciatovaglioli e i piatti “Particolari” F.lli Guzzini, per il rubinetto monocomando “Tempra” F.lli Frattini e per il box doccia “Logic” di 2S Cesana. É stato Presidente ADI Lombardia dal 2012 al 2017. Membro di giurie italiane e internazionali, ha parlato a Convegni di Design in Italia e nel mondo. Fa parte del Comitato scientifico ADI per il Compasso d’oro, dal 2018. L’ultimo lavoro fatto è il restyling del Museo Delle Macchine del Caffè (MUMAC) del Gruppo Cimbali.

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