Interior
19/11/2024 - Tieffe
Finite le scuole superiori sono dovuta andare a lavorare, per pagarmi gli studi. Ho fatto l’operatore socio sanitario, per cinque anni, e portavo anche assistenza a domicilio. Questa è stata una svolta per me. Ho capito che chi ha una diversa abilità, anche per l’età, vive male il non riuscire ad essere autonomo, soprattutto il fatto di dover usufruire di ambienti costruiti per. Questo fa sentire diversi. Ricordo che mi è capitato di accompagnare un diversamente abile in una spiaggia attrezzata e lui si è sentito messo come in vetrina. Da lì ho incominciato a riflettereche, per portare una vera rivoluzione nel mondo del design, bisognasse creare ambienti inclusivi, capaci di rispondere alle esigenze di ogni individuo. Mi sono specializzata in Luxury Interior Design a Milano presso l'Italian Design Institute, dopo aver conseguito il diploma in Interior Design a Roma e questo ha dato un ulteriore plus al mio essere progettista: ossia mi ha insegnato che per realizzare spazi inclusivi e funzionali non si deve rinunciare all’estetica, anzi. È solo un cambio di paradigma. Ricordo ancora il mio primo showroom a Roma, in cui ho tentato questo mix: lì ho compreso che quello era il mio futuro, perché ricordo di aver avuto un ottimo riscontro.
Sì, è stata una grande soddisfazione per me. Il fatto chel'inclusività fosse, insieme al lusso, il cuore del mio lavoro, li ha incuriositi. Soprattutto l’idea di creare spazi che rispondano alle esigenze di ogni individuo. Ma anche il mio stile “Nature Prestige”, dove ogni progetto è un’opera custom made, realizzata con materiali vegani e attenta alla sostenibilità. Uno stile che accorda bellezza e funzionalità, portando a una maggiore consapevolezza di sé stessi e del mondo che ci circonda.
Sì, credo di aver iniziato ad approfondire l’idea di un su misura di tutti, ancor prima che si affermasse il concetto di progettazione universale. Intraprendere questa nuova strada è stato molto difficile, perché si trattava di un diverso punto di vista non solo per me, ma per il mercato.Pensare a persone che non possono vivere alcuni spazi liberamente è qualcosa che mi ha sempre toccato molto. Ma non ho mai voluto soffermarmi su una progettazione speciale per un certo tipo di utenza, molto diversa dal “tailor made”, ma su ambienti per tutti, che trovassero la loro forza e unicità nella diversità. Spazi capaci di migliorare la qualità della vita delle persone.
Sicuramente negli ambienti bagno e nelle cucine. Ma è una sfida davvero interessante. C’è il rischio, quando si cerca un’attenzione particolare alla sicurezza, di non riuscire a garantire lusso e creatività,perché bisogna trovare i prodotti giusti e i fornitori che fanno al caso proprio. Io, piano piano, ci sto riuscendo: ho progettato bagni di lusso ed accessibili, strutturati in maniera semplice e particolare con articoli e accessoriche hanno conferito a questi ambienti un ottimo grado di vivibilità ed eleganza.Sono riuscita a trasformare, ad esempio, alcuni bagni in un rifugio di lusso dove rigenerarsi ogni giorno, anche grazie a materiali di alta qualità e ad un design emozionale e raffinato.
Nella mia carriera ho sempre cercato di approfondire la materia: nei materiali, e da come interagiscono tra essi e con l’ambiente, si possono realizzare ambienti con un’eleganza e una funzionalità senza tempo. Ma anche l’inclusività offre questa opportunità: se si plasmano gli spazi sulle esigenze di tutti, senza badare a età e abilità, si ottengono soluzioni che superano il tempo e diventano, oltre che universali, eterne.
L’universalità è un principio imprescindibile,soprattutto nella progettazione pubblica.Ma per ottenerla è necessario partire anche da un concetto più intimo, quello degli ambienti privati, spesso costruiti a misura di chi li abita. Per gli spazi pubblici la progettazione efficace è quella che celebra la diversità: ambienti unici e straordinari, in armonia con la natura e conformi alle esigenzedi ogni individuo, con la stessa attenzione al dettaglio e alla bellezza.Soluzioni che devono avere come missione quella di restituire a tutti la possibilità di vivere in uno spazio che non solo è esteticamente impeccabile, ma che offre anche comfort e dignità, indipendentemente dalle sfide quotidiane.
Innanzi tutto, di sperimentare, nelle idee, nei progetti e anche nella professione. Se non avessi fatto la O.S.S. oggi non sarei l’interior designer che sono. Poi di dedicarsi all’ascolto del cliente, per garantire un servizio esclusivo e personalizzato,imparandoa comprendere come soddisfare le richieste del committente,nel pieno rispetto della sua capacità di investimento. Arrivare a ottimizzare il budget,nella creazione di spazi in cui ci si possa sentire sempre aproprio agio, circondati dalconfort. Questo senza dimenticare di promuovere un modo di vivere rispettoso del mondo che ci circonda, offrendo soluzioni estetiche e funzionali, in linea con i valori etici,Ambienti che riflettono il rispetto per ogni forma di vita e in armonia con la natura sono ambienti universali, radicati nel presente ed, al contempo, proiettati al futuro.
- Francesca Cesarano
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