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07/05/2021 - Redazione

Modelli di Vita

Roberta Macrì, paraplegica a seguito di un incidente stradale, racconta a "Over" la sua quotidianità fatta di danza, sport, lavoro e impegno sociale

Frida KahloLudwig van BeethovenStephen HawkingBebe Vio... sono alcuni personaggi che, nella storia passata e recente, hanno dimostrato come la disabilità non sia un limite, ma possa trasformarsi in uno stimolo a cimentarsi in qualsiasi impresa, studio, disciplina, nell’arte, nella cultura, nello sport, nella scienza, nella musica, nella danza…

E proprio di danza parliamo con Roberta Macrì, 32enne siciliana, paraplegica dopo un grave incidente stradale. Roberta, con tenacia e determinazione, ha continuato a coltivare la sua passione, realizzando coreografie davvero uniche che l’hanno portata a esibirsi in teatri, trasmissioni televisive, discoteche e manifestazioni. Un amore per la vita, in ogni suo aspetto e per lo sport, tanto da diventare campionessa italiana di para-powerlifting (sollevamento pesi).

Il suo impegno nel sociale l’ha portata a svolgere anche numerose collaborazioni con istituzioni, tecnici e progettisti, come esperta per l’abbattimento delle barriere architettoniche e le politiche sociali. 
Oltre a tutto ciò lavora come cassiera, organizza manifestazioni per persone diversamente abili ed ha una “vita social” molto attiva… Un esempio per tante persone disabili e non.

Cosa consiglieresti a chi, a seguito di un trauma o di una malattia, è costretto a ripensare, completamente, la sua vita?

Consiglio di non pensare alla vita precedente e quindi di non fare paragoni come: prima facevo quello e adesso non posso più farlo. Ma di avere curiosità di scoprire la nuova vita che si ha davanti provando a reimparare a vivere con un’altra ottica. Sempre senza rimpianti.

Il nostro Paese non può essere ancora considerato un luogo completamente inclusivo. Esistono, purtroppo, molte barriere architettoniche ovunque. Quali sono, a tuo parere, gli interventi principali e più urgenti per rendere l’Italia un luogo a misura di tutti?

In primis bisogna abbattere le barriere mentali perché è l’uomo che sconosce o non pensa bene che crea quelle architettoniche. Quindi dei corsi di massa con architetti, ingegneri, direttori dei lavori, operai, avvocati, chiunque si occupa del settore, dove persone con disabilità spiegano ciò che provano nel superare, ove possibile, una barriera e ciò che ne consegue, ma soprattutto il reale motivo per cui è importante creare una rampa e non un gradino oppure seguire i parametri di legge e non realizzare opere ad occhio con pendenze e scalini invalicabili.

Visto che offri la tua consulenza anche a tecnici e progettisti, come dovrebbe essere ripensata la realizzazione degli spazi interni delle abitazioni per renderle inclusive?

Non va ripensata la realizzazione perché i parametri di legge sono abbastanza soddisfacenti al fine della fruibilità, semplicemente va studiata e messa in pratica, come ha fatto mio padre quando ha costruito casa mia. Se non avesse rispettato i parametri di legge, avrei potuto cambiare casa ed invece passo tranquillamente dalle porte e nei corridoi ed ho dovuto abbattere solo un piccolo scalino all’ingresso.

Che ruolo possono avere i social nella divulgazione di tematiche sociali importanti come quelle che tratti tu? Come sensibilizzare i giovani sul sociale e sulla diversità come ricchezza?

I social al giorno d’oggi sono importantissimi per i giovani, piattaforme dove trovano il loro modello da seguire. Molto spesso modelli sbagliati che, come riporta la cronaca, talvolta li porta a fare sfide estreme ed anche alla morte. Ma per fortuna esistono tanti modelli positivi. Io provo a raccontare la mia vita in maniera solare, divertente e normale, quale è, senza troppi filtri, tranne in qualche foto, per farla passare più realmente vera, perché è così che è. Con le mie gioie ma anche con le mie fragilità, ricca ma senza sfarzi, solo di vitalità ed amore delle persone che mi circondano. Senza tabù dato che mi sono messa a nudo parlando anche di argomenti come il sesso o il mio modo diverso di andare in bagno, tutte azioni che tutti facciamo ma che, non si sa per quale motivo, non sono argomenti trattabili. Tutto questo cercando di aiutare a migliorare non solo la vita delle persone che come me vivono una disabilità ma chiunque si trovi ad affrontare un momento buio nella propria vita. E perché no, anche provare ad istruire chi ancora non conosce come va realmente il mondo. Togliendo il paraocchi ci si può accorgere che esiste un altro mondo oltre a quello che ci interessa, un mondo pieno di diversità. È proprio quella la ricchezza.

Macrì a Over, disabilità e sport

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