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14/07/2023 - Tieffe

Gaia Miacola, la progettista di sogni

Architetto e interior designer, ha condiviso con Over la sua idea di design e di arredamento d’interni

“L’arredo deve seguire il filo dell’emozione e del ricordo, come un puzzle di ispirazioni, formato da pezzi eleganti che abbiano sempre un senso”.

Questa la filosofia di progettazione di Gaia Miacola, architetto e interior designer, che ha scelto di condividere con i lettori di Over la sua idea di design e di casa.


“Il mio obiettivo è creare interni straordinari, da amare a dismisura e in cui vivere meglio, ci dice, e per questo va anche un po’ rivista la figura dell’architetto d’interni che, oggi, è un professionista che aiuta a trasformare le idee in realtà e che fornisce la corretta consulenza per affrontare ogni progetto, nel modo più sicuro e affidabile possibile”.


Ma per Gaia anche il progetto d’interni del terzo millennio deve essere visto in maniera differente: “non è più un mero disegno su carta che poi trova la sua applicazione, ma un viaggio e, in quanto tale, va affrontato, con il committente, con entusiasmo e passione”.


Lei ha accostato alla progettazione due parole molto importanti per i nostri lettori, sicurezza e funzionalità.
Come si riesce a far conciliare questi due aspetti con il design?

Le richieste dei miei clienti sono sempre molto concrete: a loro piace una casa esteticamente bella, ma nel rispetto della funzionalità. Essendo gli interni un investimento importante, ogni scelta va ponderata e collocata in un progetto più ampio. Il design è ben apprezzato, ma mai fine a sé stesso.

Che stagione sta vivendo l’arredo d’interni, a suo parere?

La casa è e sarà sempre uno degli argomenti che stanno più a cuore agli italiani. È una questione di cultura, a volte di status, ma fa parte della sfera del benessere. Del resto a chi non piace vivere bene la propria casa?

Dopo la pandemia il rapporto tra le persone e le loro case è molto cambiato. Rispetto alle richieste d’arredo che le vengono rivolte quali sono le differenze, in confronto al 2019?

A livello progettuale c’è sicuramente più attenzione per gli ambienti esterni e per gli spazi conviviali. A livello esecutivo c’è più oculatezza nel rispetto del budget. Niente è lasciato al caso o acquistato senza prima un’analisi specifica.

Quali sono le problematiche principali che affronta nel momento in cui inizia la ristrutturazione di un ambiente?

Il percorso di ristrutturazione è per tutti un viaggio. Con un architetto si affronta in maniera più serena perché si ha la certezza che c’è una regia dietro il progetto e la sua esecuzione. Essendo un percorso lungo, il tecnico deve puntare su precisione ed estetica, il cliente deve invece essere pronto nelle scelte e abbandonare il senso di insicurezza che pervade i nostri tempi.

La nostra società sta drammaticamente invecchiando e quindi si parla sempre più spesso di aging in place. Lei ha richieste in tal senso?

Ho clienti di ogni genere e tipologia di età. Ho anche clienti che a più di 60 anni stanno ristrutturando per la prima volta. Chi è più avanti con l’età preferisce “una camera in più” per ospitare figli, assistenti, o semplicemente per concedersi il relax di un hobby dedicato.

Per questo tipo di interventi sceglie una progettazione inclusiva o soluzioni su misura?

I miei interni raramente sono standardizzati. C’è sempre una componente artigianale che rende ogni progetto unico e inimitabile. Le soluzioni su misura sono sempre studiate sulle esigenze di ciascun cliente: ad ognuno la sua casa!

Ha accennato alla ristrutturazione del bagno. Anche il concetto di questo ambiente è cambiato, in quanto è riuscito a conquistarsi, per importanza, un ruolo di primo piano, in termini sia di arredo che di strutturazione.
Lei come opera in tal senso?

I bagni fanno parte della sfera del benessere. Anche se sono ambienti più piccoli rispetto ai bagni degli anni 70-80-90 si sono arricchiti di nuove funzioni: un angolo beauty, spazio per mobili contenitivi, nicchie, vasche freestanding, doppi lavabi, docce capienti.

A suo parere come cambierà l’interior design nel prossimo futuro?

Dipende da come cambieremo noi e da come si modificheranno le nostre esigenze di vita. Anche un po’ dal valore che daremo alle case e agli investimenti che saremo disposti a fare in tal senso.

Come definirebbe il suo stile?

Non amo definire qualcosa in modo univoco, ma credo che il mio stile sia semplice, ricercato, accogliente e funzionale.

Cosa consiglierebbe a un architetto che sceglie di operare nella progettazione d’interni?

Di mettere da parte la concezione classica di architetto e di esplorare nuovi modi di agire e comunicare. Il cliente è sempre più attento e informato. Bisogna studiare per diventare dei veri professionisti, empatici e creativi.

Gaia Miacola: Architetto dal 2004, specializzata in interior design, CGI visual design e progettazione architettonica, ha affiancato, per anni, diversi studi di architettura e design, sia nazionali che internazionali, progettando per lo più interiors e residenze di grande pregio. Nei suoi progetti cerca di trovare un punto d’incontro tra funzionalità ed estetica. Il suo, più che un grande studio, è un piccolo atelier di architettura di interni, ubicato in Puglia. L’aspetto tecnico del design è la base da cui i suoi progetti partono e si sviluppano. A suo parere “Non ci può essere missione più grande che trasformare e migliorare le vite delle persone attraverso gli spazi che si abitano”.


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