Interior
30/06/2022 - Tieffe
Non saprei dire cosa sia scattato in me, per farmi scegliere questa professione. Ma credo derivi dalla mia infanzia: ho passato molto tempo a casa dei miei nonni che avevano un’impresa che produceva scaffalature di metallo. Il capannone aziendale era vicino alla casa e io, quindi, spesso giocavo con gli scarti di produzione. Avere dei “lego” personalizzati con cui creare insiemi e oggetti e immaginare ambienti e creazioni uniche ha stimolato la mia fantasia e creatività e, negli anni, mi ha fatto capire che poteva essere la mia strada.
Parigi ha rappresentato una tappa fondamentale nella mia carriera. Ho vinto una borsa di studio che prevedeva il soggiorno in una residenza per artisti nella capitale francese. Ho avuto l’occasione di vivere in un ambiente ricco di contaminazioni: abitavo, oltre che con designer, con video maker, pittori, registi, scultori. È stato un periodo prezioso per la mia formazione, che mi ha aperto la mente. Poi sempre a Parigi ho avuto il mio battesimo lavorativo, in un ottimo studio. Se non avessi ricevuto un’offerta professionale irrinunciabile in Italia, sarei, probabilmente, rimasto ancora.
Assolutamente. Ormai viviamo in un tempo in cui l’esigenza del cliente è al centro di tutto, dunque anche del nostro lavoro. Un progetto universale è un progetto che parte proprio da colui o coloro che ne fruiranno. Mi passi il neologismo, è cliente centrico. Sicuramente nell’ambito del design stiamo tentando di farlo diventare realtà.
Tutto parte dalla progettualità, sia per quanto concerne la progettazione industriale, sia per il design customizzato. Parlo di progettualità perché qualsiasi oggetto o ambiente può e deve essere inclusivo, perché questo rappresenta un plus. Design, eleganza, unicità possono solo venire esaltate dall’inclusività.
Se, come accennavo in precedenza, partono dalle esigenze del cliente finale sì. Intendo dire che se al centro del tutto si mette l’essere umano, con le sue diverse età, diverse abilità, con le sue fragilità ed i suoi gusti si può riuscire a conciliare estetica e funzionalità, sicurezza e design, inclusività ed eslcusività.
A mio parere l’essenzialità è il concetto da cui partire per realizzare un ambiente bagno. Le sovrastrutture, in questo caso, inficiano su pulizia e ordine. In spazi come i bagni, ritengo molto importante scongiurare il caos visivo, attraverso superfici materiche sostanziali e prodotti polifunzionali che, partendo dall’oggetto come è sempre stato inteso ed attraverso la tecnologia, si evolvano, senza, però, perdere la loro essenza. Faccio l’esempio di un lavabo con mobile contenitore con annesso asciuga mani ad aria. Potrebbe essere la migliore esemplificazione di quello che intendo.
In ambito domestico sicuramente la cucina, dove è molto difficile far coesistere l’inclusività con elettrodomestici, grandi e piccoli, fuochi, tavoli, sedie e suppellettili. Ma con un progetto adeguato e un committente capace di rinunciare ad alcune aggiunte, in favore di funzionalità e sicurezza, anche in questo ambiente le barriere e la poca sicurezza possono diventare un ricordo. Per quanto riguarda gli spazi pubblici, forse, la ristorazione.
Sono impegnato in diverse collaborazioni, per il prossimo Salone del mobile. Poi sto lavorando alla realizzazione di un hotel e di alcune residenze private. Per quanto riguarda i prodotti, nello specifico, sto realizzando alcuni oggetti destinati al mercato dell’illuminazione. Infine, mi sto dedicando a un comparto per me nuovo, quello degli accessori, ma ancora non è tempo di parlarne nel dettaglio.
La lampada Galerie, creata per FontanaArte. La ritengo innovativa per l’azienda che me l’ha commissionata, non solo perché è realizzata con quattro materiali diversi - vetro, metallo, pelle e marmo -, una scelta mai intrapresa dal Gruppo, ma anche per il lume. Mi sono ispirato alle vecchie lanterne, che avevano una luce gialla, ma FontanaArte predilige copri lampade bianchi. Così ho realizzato un lume incamiciato, di vetro bianco in esterno e ambra all’interno. In questo modo abbiamo ottenuto l’effetto lanterna, senza snaturare il loro stile.
Per come si sta evolvendo il settore ritengo avrà il suo sviluppo in due ambiti totalmente differenti: al futuro si giungerà attraverso progetti per prodotti personalizzati e industriali, di alta qualità. Sono due rami di produzione diametralmente opposti: il primo, infatti, si concentra sul dettaglio e non contempla la serialità; il secondo, al contrario, si basa sulla serialità, spesso sacrificando il particolare. Credo vada contemplato, però, anche un terzo scenario, decisamente futuristico, il metaverso: design destinato a un mondo parallelo i cui progetti non vengono venduti, ma ne vengono commercializzati licenza e diritti. Ancora non se ne conoscono molti dettagli: in ogni ritengo che sarà proprio il design a proiettarci nel futuro.
- Francesca Cesarano
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