Life-style
11/10/2024 - Tieffe
Fu premiata la metodologia di co-design, delle raccomandazioni e un kit che permettono alle persone disabili e i caregiver, con il nostro supporto, ma anche senza, di progettare e realizzare, soluzioni innovative e personalizzate per risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani di accessibilità. Un approccio che negli anni sta dimostrando la sua validità. Hackability ha applicato questo metodo per co-progettare un futuro più accessibile in ambiti diversi come le grandi aziende, ma anche nelle periferie di Torino, Milano e Parma, nelle scuole, nelle università e nel mondo ospedaliero..
Hackability utilizza un approccio strutturato che si basa sul co-design, cioè la progettazione collaborativa tra diversi attori, per promuovere l’innovazione. Questo non si limita solo allo sviluppo di nuovi prodotti, ma si estende anche ai processi organizzativi e all'innovazione sociale. L’obiettivo è coinvolgere attivamente una vasta gamma di persone e realtà, creando uno spazio in cui tutti possano contribuire, condividere idee e co-progettare soluzioni. Un tale approccio circolare favorisce la nascita di comunità che collaborano, con un’attenzione costante alla loro crescita e manutenzione, per renderle sostenibili nel tempo. In pratica, Hackability non si concentra solo sulla creazione di oggetti o tecnologie, ma anche su come le persone lavorano insieme per innovare, coinvolgendo gruppi eterogenei e costruendo reti di collaborazione a lungo termine..
Partiamo sempre dai bisogni che le persone con disabilità espongono, e uno dei problemi più comuni che emerge riguarda, paradossalmente, gli spazi pubblici. Ad esempio, in un museo, il bagno potrebbe essere perfettamente accessibile, ma spesso si trova distante dal percorso espositivo, rendendo meno agevole l’esperienza di visita per molte persone con disabilità. Insomma, capita frequentemente che tutto sia a norma, ma che non risulti davvero funzionale. Questa è una delle tipiche scoperte che si possono fare dando la parola agli e alle utenti e che noi mettiamo a disposizione di tutti..
È fondamentale coinvolgere le persone disabili e i caregiver, in un percorso di ricerca costante. Da quando abbiamo sperimentato il format per la prima volta a Torino, nel 2015, siamo riusciti a coinvolgere sempre più persone, soprattutto giovani che rappresentano una risorsa importantissima. Abbiamo poi scelto di radicarci su diversi territori, proprio per cercare di co-progettare con il più ampio numero di persone possibile..
Per le finalità del nostro progetto, il contributo delle tecnologie digitali è importantissimo. La fabbricazione digitale, l’uso di macchine di prototipazione, di stampanti 3D, di schede open source, permette di realizzare soluzioni nuove, personalizzate, in grado di soddisfare i bisogni delle persone con disabilità nella vita quotidiana, nel tempo libero, nell'inclusione lavorativa, producendo un cambiamento nel modo di pensare e progettare. E noi ci impegniamo inoltre a rendere accessibili le tecnologie sia il software, sia l'hardware realizzando, ad esempio mouse e joystick. Detto questo, pur essendo nati pensando ad un modello di diffusione incentrato sulla tecnologia, ci siamo resi conto che le community in grado di sfruttare a pieno le piattaforme tecnologiche sono ancora molto piccole. Ecco perché abbiamo scelto di radicarci fisicamente sul territorio aprendo laboratori come l'InclusiveLab di Torino.".
I giovani per noi sono una risorsa e lo dimostra il nostro rapporto con le università e il mondo della formazione. Soprattutto, questo contatto costante ci consente di far comprendere come la grande sfida dell'accessibilità non sia solo filantropia o dare una risposta ad un bisogno sociale, ma sia anche una opportunità economica su cui costruire il proprio futuro..
Mettere a disposizione progetti che possono essere realizzati grazie ai moderni dispositivi tecnologici oggi può sembrare un’operazione semplice, in realtà non molti anni fa era piuttosto complicata. Tutti i progetti vengono liberati in open source e una community, piuttosto ampia, si mette a disposizione per realizzare oggetti di vario genere, a basso costo e scalabili. Ci piace pensare che un domani l’utilizzo della tecnologia alimenti, sempre di più, modelli partecipativi e collaborativi come il nostro..
- Alessandro Aggravi
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- Tieffe
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