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30/08/2021 - Tieffe

Alessandro Cadei: la vita è un rally, l’importante è restare sempre in pista

pilota, 35 anni, paraplegico dopo un incidente avuto durante una corsa, si racconta ad Over

Avere una passione, tanto grande da farti tornare in pista, sempre e comunque. È quella di Alessandro Cadei, 35 anni, paraplegico, a seguito di un incidente durante una gara di rally, un vero esempio per il suo coraggio, la forza di volontà e l’amore per la vita.

Era il 23 maggio 2009, quando durante il Rally città di Torino, Alessandro esce di strada a meno di un chilometro e mezzo alla fine della prova. Resta senza freni e, dopo un volo di 8 metri, finisce in un precipizio con il suo navigatore. Entrambi riportano numerose ferite, ma è Alessandro ad avere la peggio: a causa di varie fratture alla colonna cervicale e dorsale, in particolare all’ultima delle dorsali, riporta la fuoriuscita del midollo con conseguente paresi. Ma lui non si perde d’animo e decide di tornare in pista.

Cadei vittoria rally con navigatore

Un grande amore il tuo per le corse, che, nonostante tutto, ti ha fatto scegliere di continuare a correre…

Sì: ho compreso subito, già durante l’incidente, essendo rimasto sempre cosciente, che la situazione era grave perché non sentivo più parte del mio corpo. Durante i nove mesi di riabilitazione, al CTO di Torino, ho avuto modo di pensare e ho capito che il mio attaccamento alla vita mi avrebbe fatto superare questa terribile esperienza e che il mio amore per le corse mi avrebbe fatto tornare, appena possibile, in pista.

Un percorso che non è stato semplice vero?

No, perché purtroppo la burocrazia ha rallentato questo mio nuovo inizio. Nonostante non mi sia abbattuto ho avuto anche momenti difficili: dopo aver preso la patente B speciale e aver compreso come pilotare completamente da volante, mi sono iscritto alla FISAPS (Federazione Italiana Sportiva Automobilistica Patenti Speciali) e, dopo diverso tempo, anche per i miei impegni di lavoro, a Sarno mi hanno rilasciato un attestato. È stata allestita un’auto con i comandi adatti a me, una Panda Kit Car. Sono riuscito a svolgere tutte le prove, anche quelle di uscita in cui in pochi secondi si deve essere fuori dal rollbar con testa e tronco e, alla fine, sono tornato in gara.

Quale è stata la prima corsa alla quale hai partecipato dopo l’incidente?

Il rally di Franciacorta, gara su pista in Lombardia. Ci siamo posizionati al 75° posto assoluto (2° di classe), ma poco mi importava, finalmente ero tornato in pista!

C’è stata una persona, in particolare, che ha influenzatola tua scelta di ricominciare a gareggiare?

Albert Llovera, un pilota di Andorra con varie presenze nel WRC, anche lui paraplegico. Gli ho chiesto di poterci incontrare e lui mi ha dato tanti consigli, tra cui proprio quello di iscrivermi alla FISAPS.

Oltre a lui c’è qualcuno, in particolare, a cui senti di dover dire grazie?

L’elenco è decisamente lungo, come una pista di rally: in primis chi mi ha soccorso il giorno dell’incidente, le persone che mi sono state vicine durante la riabilitazione e che hanno segnato molto positivamente il mio percorso di recupero e tutti quelli che, in questi anni, sono stati al mio fianco e mi hanno supportato, aiutandomi a capire che solo superando le difficoltà si riesce a vivere appieno la vita e a vincere quel trofeo così importante che è dare un senso alla propria esistenza.

E noi di Over ringraziamo NoLimits - il progetto imprenditoriale di Alessandro Fugazzotto finalizzato a creare soluzioni che permettano di vivere in piena autonomia gli spazi intimi - che ci ha presentato Alessandro e lui stesso che ha permesso ai nostri lettori di capire, tra le righe di questa intervista, che nello sport, come nella vita, se si hanno costanza e tenacia si possono vincere tutte le sfide, anche la più importante: credere in sé stessi e nei propri sogni.

Alessandro Cadei gara rally

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